La UE continua a segnalare le infrazioni dell'Italia
Era stata la Commissione Europea a presentare a giugno 2006 alla Corte di giustizia delle Comunita' europee un ricorso contro la Repubblica italiana, per inadempimenti, chiedendo al Tribunale europeo di constatare che la Repubblica italiana e' venuta meno agli obblighi derivanti dalla direttiva 85/337/CEE1 del Consiglio del 27 giugno 1985 modificata concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati sull'incenerimento dei rifiuti per non aver sottoposto, prima della concessione dell'autorizzazione alla costruzione, il progetto di terza linea dell'inceneritore ASM di Brescia ad una valutazione di impatto ambientale.
Inoltre la Commissione chiedeva alla Corte di condannare l'Italia per "non avendo reso accessibile al pubblico, in uno o più luoghi aperti al pubblico, per un periodo adeguato di tempo affinché possa esprimere le proprie osservazioni prima della decisione dell'autorità competente, la domanda di autorizzazione all'esercizio della terza linea dell'inceneritore di Brescia, né avendo messo a disposizione del pubblico la decisione e una copia dell'autorizzazione".
Vi sarebbe stata esclusivamente una situazione di illegittimità formale connessa all'assenza di valutazione dell'impatto ambientale, cui sarebbe stato posto rimedio. La Repubblica italiana aggiunge che la Commissione esige il rispetto di obblighi illogici e pertanto ha commesso un eccesso di potere agendo in violazione dei principi di buona amministrazione e di proporzionalità".
"La Commissione osserva che essa mantiene un interesse diretto, specifico e concreto nella presente causa. A tale proposito, riguardo all'interesse a proseguire l'azione a seguito della violazione della direttiva 85/337, essa sostiene che poco importa che le autorità competenti abbiano effettuato una valutazione dell'impatto sull'ambiente della «terza linea» dell'inceneritore, poiché ciò non risponde agli obblighi della detta direttiva in quanto è prima del rilascio dell'autorizzazione che i progetti che possono avere un notevole impatto ambientale, in particolare per la loro natura, le loro dimensioni e la loro ubicazione, devono essere sottoposti ad un procedimento di autorizzazione e ad una valutazione di tale impatto".
La Corte Europea (Seconda Sezione) ha accolto tutti i rilievi della Commissione UE contro l'Italia sia per l'omessa valutazione d'impatto ambientale sull'inceneritore che per omessa pubblicizzazione alla popolazione delle decisioni concernenti la realizzazione della terza linea, ed ha condannato l'Italia anche pagare le spese di giudizio.
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