Confartigianato vuole un nuovo inceneritore a Cesena
In risposta all’articolo
“Rifiuti e Futuro: serve un inceneritore”
In data Domenica 2 Marzo, é stato pubblicato sul Corriere un articolo contenente le dichiarazioni di Italo Macori, segretario di Confartigianato, secondo il quale la raccolta differenziata risulta troppo cara per i cittadini ed invita l’amministrazione alla costruzione di nuovi inceneritori. Il MIZ - Movimanto Impatto Zero di Cesena esprime forte disappunto nei riguardi del contenuto di questo articolo. Esso contiene infatti tali e tante imprecisioni ed inesattezze da auto-screditarsi completamente, riteniamo tuttavia che esso meriti comunque una adeguata risposta allo scopo di non confondere i cittadini Cesenati con palesi tentativi di disinformazione a mezzo stampa. Entrando nel merito:
Macori afferma che: ”... il peso economico più gravoso é ricaduto iniquamente sulle imprese, che di rifiuti ne producono poco o nulla”.
Falso, nel comune di Cesena ben un terzo della sola frazione differenziata totale proviene da assimilati industriali e commerciali, con il meccanismo dello sgravio in tariffa viene inoltre riconosciuto a molte imprese un rimborso qualora dichiarino di smaltire al di fuori del circuito Hera i propri rifiuti, costi spalmati poi sulla tariffa rifiuti della cittadinanza, pertanto è vero semmai il contrario, cioè che i cittadini si ritrovano in parte a pagare una quota della tariffa imputabile in realtà alle imprese. Se poi risultasse assodato che le attività artigiane producono poco rifiuto, esse stesse dovrebbero a gran voce essere le principali sostenitrici della raccolta differenziata domiciliare (valida anche per le attività commerciali) nella quale inserire principi di tariffa puntuale, paghi per quanto produci.
Macori afferma che: ”... Il costo della raccolta differenziata, pratica meritoria, è superiore del 100% rispetto a quello della raccolta tradizionale”.
Falso, nel comune di Forlimpopoli, ad esempio, l’incremento dei costi è stato di appena il 10%, dato tra l’altro contestato dal comune in quanto contenente alcune voci ritenute palesemente gonfiate, pertanto suscettibile di ulteriori miglioramenti.
Macori afferma che: ”... Laddove viene attuata, ad esempio a Forlimpopoli, é stato necessario un ingente contributo pubblico”.
Falso, il contributo pubblico riconosciuto dalla provincia e dalla regione, al solo scopo di avviamento, è stato pari a circa 120.000 euro, che sul totale di un costo annuo di 1.300.000 euro rappresenta molto meno del 10% rispetto al costo totale. Questo contributo, non ripetibile, è stato utilizzato quasi esclusivamente per favorire l’avvio di una campagna informativa verso i cittadini. Nei prossimi anni, l’efficientamento dei costi e l’eliminazione dei costi di start-up saranno più che sufficienti a sopperire al mancato introito del finanziamento pubblico iniziale.
Macori afferma che: ”... i prodotti dello smaltimento differenziato non hanno mercato”.
Falso, i consorzi obbligatori ritirano il materiale e lo pagano in base alla loro qualità, sempre più imprese private, come ad esempio il centro di Vedelago, ritirano inoltre i materiali differenziati per lavorarli ulteriormente e trarne un utile di impresa, producendo materie prime seconde adatte ad essere reintrodotte nel circuito industriale, facendo risparmiare l’energia necessaria per produrre gli stessi elementi a partire dalla materia prima.
Macori afferma che: ”... si dica chiaramente che la raccolta differenziata ha costi altissimi al contrario di quanto sostengono sedicenti movimenti ambientalisti”.
Falso, basta visitare il consorzio Priula di Treviso, dove la raccolta differenziata si fa da oltre 5 anni, per dimostrare che le aziende private che operano nella gestione non sono fallite, pertanto ottengono addirittura degli utili, mantenendo al contempo i costi per il cittadino a livelli più bassi del sistema tradizionale, specialmente grazie all’adozione della tariffa puntuale. Sono centinaia i comuni in Italia che già adottano questa pratica e non sono certo annoverabili fra i gruppi ambientalisti.
Macori afferma che: ”... La letteratura scientifica accreditata afferma che gli inceneritori inquinano come 5 auto, non producono diossine, generano energia”.
Falso, a prescindere da cosa si intende per letteratura scientifica accreditata, la realtà è che tali impianti sono siti industriali di fascia A come pericolosità, trasformano i rifiuti da una forma ad un altra, respirabile, paragonarli al traffico automobilistico è inoltre puerile, in quanto 5 automobili non bruciano certamente 200.000 tonnellate di materiale ogni anno. Come se non bastasse, l’energia elettrica prodotta è risibilmente piccola (rendimento medio del 10%) tali da renderli antieconomici se non sovvenzionati.
Macori afferma che: ”... Il fatto che vengano costruiti in pieno centro, a Zurigo, a Vienna, Francoforte, Parigi, è indice del fatto che non sono inquinanti”.
Falso, il motivo fondamentale per cui si costruiscono in pieno centro è che non avrebbe senso economicamente parlando costruirli altrove. Il loro rendimento termico è dell’ordine del 30%, pertanto l’unica speranza di non farli diventare una voragine di denaro pubblico (sempre se non sovvenzionati dallo stato come in Italia, quindi indirettamente dai cittadini) è di costruirli in modo da sfruttare l’acqua calda generata per scopi di teleriscaldamento.
Macori afferma che: ”... Franco Battaglia, docente di chimica dell’ambiente e scienziato, un esperto e non un ciarlatano, sostiene che…”.
Quà capitiamo davvero male, Franco Battaglia è sì docente universitario, ma anche noto personaggio anti-ecologista e protagonista di campagne pro-nucleare e pro-inceneritori sponsorizzate da partiti politici, nonchè autore di vari libri (a prefazione di Silvio Berlusconi in persona) talmente provocatori rispetto alle buone pratiche ambientali da rasentare l’imbarazzo. Il fatto poi che pubblichi i suoi articoli in esclusiva su “Il Giornale”, organo di stampa di partito anzichè su accreditate riviste scientifiche del settore è indice di come le sue opinioni non siano tecnicamente imparziali dal punto di vista intellettuale. Ricordo inoltre che il sig.Battaglia generalmente si sottrae a qualsiasi confronto pubblico con contraddittorio. Ricordo inoltre che l’opinione di un singolo docente universitario, per quanto autorevole, non può essere preso a modello per sostenere tesi sbandierate come “scienza ufficiale”, prerogativa che va lasciata al libero dibattito scientifico nel quale non tutti gli scienziati sono necessariamente concordi con una singola visione.
Macori afferma che: ”... la raccolta differenziata, dati alla mano, ha costi altissimi e non ha i ritorni prefigurati, gli inceneritori sono favoriti dagli scienziati”.
Falso, i suoi dati “alla mano” non esistono, pertanto queste affermazioni sono prive di fondamento, il trattamento meccanico biologico ad esempio ha impatto assai minore sia delle discariche che dell’incenerimento, mentre in Italia al contrario della Germania è ancora utilizzato pochissimo.
Infine Macori afferma che: ”... Se questo è il quadro chi deve decidere non si lasci irretire dai veti e affronti con risolutezza la questione”.
Vero, questa ultima argomentazione ci trova favorevoli, proprio per questo motivo chiediamo a gran voce un impegno politico per la RIDUZIONE della produzione del rifiuto, arrivata a Cesena alla incredibile soglia dei 700Kg/ab anno, passando auspicabilmente attraverso una metodologia di raccolta domiciliare porta a porta e promulgando leggi più severe che reintroducano il vuoto a rendere, riducano gli imballaggi, favoriscano la nascita di aziende indotte che traggano profitto dalla reale ricchezza lasciata intatta nel nostro rifiuto.
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