venerdì 28 marzo 2008

La bugia prima non c'Hera ... ora C'é !


Brano tratto dalla relazione trimestrale del gruppo Hera aggiornata al 31 marzo 2007:

Con riferimento al business dei rifiuti sono da menzionare l’acquisizione di Centro Ecologia Ambiente di Ravenna dal Gruppo Eni, che ha apportato un impianto WTE dedicato ai rifiuti speciali con autorizzazione Cip 6.

Nel periodo 2006-2009 il Gruppo intende aumentare il recupero energetico dai rifiuti, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale del servizio gestito, cioè il conferimento in discarica. Il piano triennale prevede infatti il potenziamento di 4 impianti già esistenti per portare, entro il 2009, la capacità complessiva di incenerimento a 1 milione di tonnellate (attualmente 610.000) e la capacità installata di generazione di energia elettrica a oltre 100 MW (Attualmente 57MW).

Hera afferma di voler investire pesantemente in impiantistica per aumentare il recupero energetico e "ridurre ulteriormente" l'impatto ambientale, cioè diminuire il conferimento in discarica.

Questa affermazione è una colossale bugia.

Il tasso di conferimento in discarica non si é mai ridotto costruendo nuovi inceneritori, non lo dico io ma lo dicono le rilevazioni di Arpa Emilia Romagna e il rapporto Apat, qui un articolo al riguardo, dove si evince chiaramente che negli ultimi 10 anni il rifiuto indifferenziato smaltito non è calato e le discariche si stanno riempendo pertanto a ritmo maggiore, essendo nel contempo la produzione totale dei rifiuti aumentata a dismisura. Per inciso, anche l'aumento enorme in regione della raccolta differenziata, così come calcolata dalle attuali normative, non ha prodotto un effetto importante sul conferimento in discarica, compensando a malapena l'aumentata produzione totale.

La cifra di 1 milione di tonnellate di rifiuti da incenerire entro il 2009 é una cosa folle, l'intera produzione di indifferenziato annuo dell'Emilia Romagna ammonta a circa 2 milioni di tonnellate, consideriamo che gran parte di questa (appunto indifferenziata, cioè non riciclata o riciclabile) sia composta da inerti e materiale che non brucia adeguatamente, rimane una sola opzione per hera:

Se vuole raggiungere la quota di un milione di tonnellate per l'inceneritore, deve fare pesante ricorso alla parte di raccolta differenziata multimateriale contenente plastiche e carta (anche impura, tanto deve essere bruciata), che verrà così sottratta al riciclaggio.

Ricordiamo inoltre che gli inceneritori producono un 30% di ceneri tossiche che devono essere smaltite in modo speciale, pertanto sottrarre raccolta differenziata (che non andrebbe auspicabilmente in discarica) per poi produrre ceneri che dovranno andare per forza in discariche speciali più costose non sembra un grandissimo vantaggio, e sicuramente non una "riduzione ulteriore" di impatto ambientale.

Parliamo di energia recuperata, per arrivare ai 100MW promessi da Hera, pari allo 0,15% della potenza elettrica nazionale, paragonabile alla potenza che può essere fornita da una ventina di pale eoliche, rischiamo di mandare completamente al macero qualsiasi tipo di raccolta differenziata orientata al recupero di materiale! Addio Porta a Porta e ogni speranza di vedere diminuire il rifiuto in regione. Perché dovrebbero investire nel riciclaggio quando il loro desiderio è quello di bruciare tutto il bruciabile e guadagnarci sopra ?

Quanto alle campagne di acquisizione di WTE di Hera, (non li si chiama neanche più termovalorizzatori perchè suona male...), il comportamento è emblematico! Il Centro Ecologia e Ambiente di Ravenna, nome che evoca bucolici fiorellini e non impianti industriali, non é certo limitato al solo inceneritore per rifiuti urbani speciali, avendo nel proprio portafoglio tanti altri impianti, come il forno per bruciare sfiati clorurati dell'adiacente polo petrolchimico ex Enichem, come risulta dal loro documento di autorizzazione integrata ambientale. (ricordo che cloro = rischio diossina)

Insomma, Hera sta acquistando tutto l'acquistabile in materia di impiantistica altamente impattante sul territorio, sostenuta dalla bandiera ideologica del recupero di energia da lei allegramente sventolata, condizionando ai suoi voleri tutte le amministrazioni locali, con il fine ultimo di remunerare gli azionisti ed ingrandirsi a dismisura a danno dell'ambiente.

Questa ubriacatura sviluppista potrebbe anche non destare alcuno scandalo, lucrare è lecito (anche se c'è di mezzo la salute), quello che però stona è come la stessa azienda poi pubblichi, in palese "green washing", dettagliati rapporti di bilancio di sostenibilità, nei quali appare la più grande paladina dell'ambiente che abbiamo in circolazione. Non vi viene un brivido alla schiena quando sentite da questi signori parlare di codice etico e sostenibilità ?

Cosa c'è di etico nell'acquisto e ampliamento di impianti di trattamento per rifiuti industriali a scopo di riconversione WTE ? E nell'incremento del margine operativo lordo del 15% rispetto al 2006 ?

Etico sarebbe, a mio modesto parere, riciclare correttamente i rifiuti, modernizzare e rendere più efficienti i depuratori esistenti, vincolare le industrie ad utilizzare processi chimici meno inquinanti degli attuali, investire gli ingenti margini di profitto in attività che puntino alla tutela del territorio e all'occupazione, come appunto il porta a porta.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.