Foto e Rassegne stampa del Decrescifest
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Associazione cittadina di volontariato per promuovere la raccolta porta a porta (PaP)
a Cesena ed incentivare politiche di salvaguardia e tutela razionale dell'ambiente.
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Paolo Marani
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Etichette: raccolta differenziata, rassegna stampa, riduzione rifiuti
La Consulta per l’Ambiente è una sorta di "Forum tematico", un luogo per il confronto e la collaborazione tra i rappresentati di enti, associazioni e gruppi di cittadini impegnati sulle tematiche ambientali. Lo scopo principale di questo organo di consultazione è, quindi, quello di promuovere iniziative capaci di diffondere la cultura della difesa del territorio e delle risorse naturali della città e, allo stesso tempo, seguire da vicino gli atti inerenti l’ambiente adottati dall’Amministrazione per esprimere pareri, dare suggerimenti e proporre eventuali modifiche.
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Etichette: democrazia partecipata, Eventi, informazione, rassegna stampa
Egregio Sig. Macori,
Mi sento in dovere di rispondere alla sua cortese replica apparsa sul Corriere in merito alla proposta di istituire un referendum propositivo a Cesena in materia di raccolta differenziata. A mio parere si tratta di un grave errore metodologico. Sono personalmente contrario affinchè certi temi delicati siano trattati alla stregua di decisioni prese a furor di opinione pubblica, ci sono infatti aspetti che non dovrebbero essere affrontati in maniera ideologica, come lei giustamente sostiene.
Perchè non è stato ad esempio indetto un referendum quando si è deciso nel 2002 di istituire Hera e dare in consegna ad essa la gestione privatistica di tutti i servizi e le forniture pubbliche essenziali ? Come avrebbe potuto esprimere, un eventuale testo di referendum propositivo, l'idea poi avveratasi che il privato avrebbe favorito si l'efficienza del servizio e le casse dei comuni, ma non altrettanto gli esborsi in tariffa dei cittadini ? Certe scelte politiche devono essere trasparenti, ma alla fine compito di una amministrazione accorta è a mio avviso sempre quello di perseguire con fiducia e tenacia certe strategie e fare delle scelte, purchè indirizzate al benessere della collettività.
Dobbiamo forse indire un referendum ogni qual volta si tratta di decidere l'apertura di un nuovo parcheggio ? Se lo si facesse sarebbe come affermare che è l'amministrazione stessa a non volere una tale scelta, anzi a boicottarla. Ovunque sul territorio si è verificata una rilevante rivoluzione di tipo gestionale, come ad esempio la sperimentazione del Porta a Porta a Forlimpopoli nata nel 2007, l'impulso non è mai partito da un referendum popolare, ma da un seria presa di consapevolezza della pubblica amministrazione.
Rilancio pertanto la sua sfida, invitandola a parteggiare politicamente per l'estensione in prova del servizio domiciliare su un quartiere di Cesena come l'Oltresavio, così come accadrà a breve ad esempio per Bertinoro, ed indire poi a distanza di un anno esatto un referendum confermativo di gradimento. Così è successo a Forlimpopoli, ove recentemente la popolazione, previa consultazione popolare, ha apprezzato il nuovo sistema con percentuali bulgare vicine al 90%, inimmaginabili solo pochi mesi prima.
Un recente studio commissionato da ATO a consulenti esterni come il prof. Alfonso Andretta, ha stimato nell'introduzione di un percorso domiciliare a Cesena un possibile aggravio dei costi inferiore al 10%, comprese le indispensabili spese di avviamento e informazione dei cittadini, il che si tradurrebbe a regime in un incremento delle tariffe paragonabile se non inferiore a quelle che Hera, comunque, già applica maggiorate ogni anno ai suoi utenti. In cambio, la prospettiva di un servizio più comodo, maggiore tutela ambientale e possibilità tecnica di commisurare la tariffa futura a quanto realmente si produce come rifiuto (tariffa puntuale).
In merito al fatto che i materiali recuperati hanno scarso mercato, questo è vero ora in quanto stiamo attraversando una fase di crisi economica, tuttavia il valore di recupero dei materiali è comunque irrisorio rispetto ad altre voci che compaiono nel costo complessivo, la cui parte preponderante (oltre il 50%) è dovuta alle spese di smaltimento, le quali più che dimezzano utilizzando un sistema domiciliare spinto. L'incremento modesto di costo é in buona parte a vantaggio dell'aumento di occupazione che il regime domiciliare comporta.
Tengo a precisare che l'associazione MIZ non intende partecipare alla prossima consultazione elettorale, che non è in alcun modo affiliata a Beppe Grillo come lei ha erroneamente indicato, e che rivendica il diritto di fare Politica con l'auspicio di avviare una seria discussione, sia con voi che con altre forze politiche incluso il PD, che su questi temi importanti preferisce al momento tacere.
Cordiali Saluti,
Paolo Marani
MIZ - Cesena
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Etichette: Italo Macori, raccolta differenziata porta a porta, rassegna stampa, referendum
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Etichette: raccolta differenziata porta a porta, rassegna stampa
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In risposta all’articolo
“Rifiuti e Futuro: serve un inceneritore”
In data Domenica 2 Marzo, é stato pubblicato sul Corriere un articolo contenente le dichiarazioni di Italo Macori, segretario di Confartigianato, secondo il quale la raccolta differenziata risulta troppo cara per i cittadini ed invita l’amministrazione alla costruzione di nuovi inceneritori. Il MIZ - Movimanto Impatto Zero di Cesena esprime forte disappunto nei riguardi del contenuto di questo articolo. Esso contiene infatti tali e tante imprecisioni ed inesattezze da auto-screditarsi completamente, riteniamo tuttavia che esso meriti comunque una adeguata risposta allo scopo di non confondere i cittadini Cesenati con palesi tentativi di disinformazione a mezzo stampa. Entrando nel merito:
Macori afferma che: ”... il peso economico più gravoso é ricaduto iniquamente sulle imprese, che di rifiuti ne producono poco o nulla”.
Falso, nel comune di Cesena ben un terzo della sola frazione differenziata totale proviene da assimilati industriali e commerciali, con il meccanismo dello sgravio in tariffa viene inoltre riconosciuto a molte imprese un rimborso qualora dichiarino di smaltire al di fuori del circuito Hera i propri rifiuti, costi spalmati poi sulla tariffa rifiuti della cittadinanza, pertanto è vero semmai il contrario, cioè che i cittadini si ritrovano in parte a pagare una quota della tariffa imputabile in realtà alle imprese. Se poi risultasse assodato che le attività artigiane producono poco rifiuto, esse stesse dovrebbero a gran voce essere le principali sostenitrici della raccolta differenziata domiciliare (valida anche per le attività commerciali) nella quale inserire principi di tariffa puntuale, paghi per quanto produci.
Macori afferma che: ”... Il costo della raccolta differenziata, pratica meritoria, è superiore del 100% rispetto a quello della raccolta tradizionale”.
Falso, nel comune di Forlimpopoli, ad esempio, l’incremento dei costi è stato di appena il 10%, dato tra l’altro contestato dal comune in quanto contenente alcune voci ritenute palesemente gonfiate, pertanto suscettibile di ulteriori miglioramenti.
Macori afferma che: ”... Laddove viene attuata, ad esempio a Forlimpopoli, é stato necessario un ingente contributo pubblico”.
Falso, il contributo pubblico riconosciuto dalla provincia e dalla regione, al solo scopo di avviamento, è stato pari a circa 120.000 euro, che sul totale di un costo annuo di 1.300.000 euro rappresenta molto meno del 10% rispetto al costo totale. Questo contributo, non ripetibile, è stato utilizzato quasi esclusivamente per favorire l’avvio di una campagna informativa verso i cittadini. Nei prossimi anni, l’efficientamento dei costi e l’eliminazione dei costi di start-up saranno più che sufficienti a sopperire al mancato introito del finanziamento pubblico iniziale.
Macori afferma che: ”... i prodotti dello smaltimento differenziato non hanno mercato”.
Falso, i consorzi obbligatori ritirano il materiale e lo pagano in base alla loro qualità, sempre più imprese private, come ad esempio il centro di Vedelago, ritirano inoltre i materiali differenziati per lavorarli ulteriormente e trarne un utile di impresa, producendo materie prime seconde adatte ad essere reintrodotte nel circuito industriale, facendo risparmiare l’energia necessaria per produrre gli stessi elementi a partire dalla materia prima.
Macori afferma che: ”... si dica chiaramente che la raccolta differenziata ha costi altissimi al contrario di quanto sostengono sedicenti movimenti ambientalisti”.
Falso, basta visitare il consorzio Priula di Treviso, dove la raccolta differenziata si fa da oltre 5 anni, per dimostrare che le aziende private che operano nella gestione non sono fallite, pertanto ottengono addirittura degli utili, mantenendo al contempo i costi per il cittadino a livelli più bassi del sistema tradizionale, specialmente grazie all’adozione della tariffa puntuale. Sono centinaia i comuni in Italia che già adottano questa pratica e non sono certo annoverabili fra i gruppi ambientalisti.
Macori afferma che: ”... La letteratura scientifica accreditata afferma che gli inceneritori inquinano come 5 auto, non producono diossine, generano energia”.
Falso, a prescindere da cosa si intende per letteratura scientifica accreditata, la realtà è che tali impianti sono siti industriali di fascia A come pericolosità, trasformano i rifiuti da una forma ad un altra, respirabile, paragonarli al traffico automobilistico è inoltre puerile, in quanto 5 automobili non bruciano certamente 200.000 tonnellate di materiale ogni anno. Come se non bastasse, l’energia elettrica prodotta è risibilmente piccola (rendimento medio del 10%) tali da renderli antieconomici se non sovvenzionati.
Macori afferma che: ”... Il fatto che vengano costruiti in pieno centro, a Zurigo, a Vienna, Francoforte, Parigi, è indice del fatto che non sono inquinanti”.
Falso, il motivo fondamentale per cui si costruiscono in pieno centro è che non avrebbe senso economicamente parlando costruirli altrove. Il loro rendimento termico è dell’ordine del 30%, pertanto l’unica speranza di non farli diventare una voragine di denaro pubblico (sempre se non sovvenzionati dallo stato come in Italia, quindi indirettamente dai cittadini) è di costruirli in modo da sfruttare l’acqua calda generata per scopi di teleriscaldamento.
Macori afferma che: ”... Franco Battaglia, docente di chimica dell’ambiente e scienziato, un esperto e non un ciarlatano, sostiene che…”.
Quà capitiamo davvero male, Franco Battaglia è sì docente universitario, ma anche noto personaggio anti-ecologista e protagonista di campagne pro-nucleare e pro-inceneritori sponsorizzate da partiti politici, nonchè autore di vari libri (a prefazione di Silvio Berlusconi in persona) talmente provocatori rispetto alle buone pratiche ambientali da rasentare l’imbarazzo. Il fatto poi che pubblichi i suoi articoli in esclusiva su “Il Giornale”, organo di stampa di partito anzichè su accreditate riviste scientifiche del settore è indice di come le sue opinioni non siano tecnicamente imparziali dal punto di vista intellettuale. Ricordo inoltre che il sig.Battaglia generalmente si sottrae a qualsiasi confronto pubblico con contraddittorio. Ricordo inoltre che l’opinione di un singolo docente universitario, per quanto autorevole, non può essere preso a modello per sostenere tesi sbandierate come “scienza ufficiale”, prerogativa che va lasciata al libero dibattito scientifico nel quale non tutti gli scienziati sono necessariamente concordi con una singola visione.
Macori afferma che: ”... la raccolta differenziata, dati alla mano, ha costi altissimi e non ha i ritorni prefigurati, gli inceneritori sono favoriti dagli scienziati”.
Falso, i suoi dati “alla mano” non esistono, pertanto queste affermazioni sono prive di fondamento, il trattamento meccanico biologico ad esempio ha impatto assai minore sia delle discariche che dell’incenerimento, mentre in Italia al contrario della Germania è ancora utilizzato pochissimo.
Infine Macori afferma che: ”... Se questo è il quadro chi deve decidere non si lasci irretire dai veti e affronti con risolutezza la questione”.
Vero, questa ultima argomentazione ci trova favorevoli, proprio per questo motivo chiediamo a gran voce un impegno politico per la RIDUZIONE della produzione del rifiuto, arrivata a Cesena alla incredibile soglia dei 700Kg/ab anno, passando auspicabilmente attraverso una metodologia di raccolta domiciliare porta a porta e promulgando leggi più severe che reintroducano il vuoto a rendere, riducano gli imballaggi, favoriscano la nascita di aziende indotte che traggano profitto dalla reale ricchezza lasciata intatta nel nostro rifiuto.
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Paolo Marani
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