mercoledì 9 luglio 2008

Summit G8, dimezzare le emissioni entro il 2050

Leggendo i rapporti sulle decisioni prese al G8 in Giappone, mi sono cadute le braccia, quasi come sono cadute a Berlusconi mentre con una pala tentava in maniera impacciata di piantare un albero per simboleggiare il rispetto dei grandi per il clima. Rispetto che, in soldoni, sembra più di facciata che altro, dato che si è deciso, contrariamente al parere della stragrande maggioranza dei climatologi, di ridurre della metà le emissioni di gas serra ma solo entro il 2050, senza tappe intermedie.

L'impatto economico del frenare i consumi (perché è in definitiva di questo che si parla) per "salvare" il clima è sicuramente enorme, farebbe tremare i polsi a chiunque, non oso pensare quanti miliardi di euro si dovrebbero spendere per imbrigliare le industrie e costringerle globalmente ad una riconversione tale da dimezzare la produzione delle emissioni, semmai fosse possibile. Tuttavia, appena fatti i conti degli "x" miliardi di euro necessari, sono convinto risulti naturale per un politico arrivare subito alla lampante idea... visto che dobbiamo spenderli, usiamo gli stessi soldi per rilanciare l'economia, dilazionando il pagamento del contributo verso l'ambiente in 30 anni anziché in 10, così possiamo continuare a mantenere il "business as usual" e con molti meno sacrifici...

Non serve uno scienziato per capire che si tratta di una scelta folle. Esiste il riconoscimento pubblico che il problema esiste, però costa troppo risolverlo, pertanto se ne fa di necessità virtù come se fosse un mutuo o uno "swap" da rimodulare, rimandando al 2050 la data in cui ottenere il risultato voluto. Nel protocollo di kyoto, totalmente disatteso, l'obiettivo era il pericolosamente vicino 2015, meta oramai irraggiungibile! A questo aggiungiamo le legittime aspirazioni delle neo potenze economiche come Cina, India, le quali desiderano fortemente svilupparsi e non possono concepire che quello che per i grandi della terra è stato possibile in passato per loro che arrivano solo ora al benessere dei consumi non sia più possibile.

Nel frattempo, supponendo una crescita costante ai livelli attuali delle emissioni, arriveremo nel 2050 a oltrepassare le 450 ppm di anidride carbonica equivalente, sufficienti (a quanto dicono gli esperti) per innalzare di due gradi centigradi la temperatura media del globo, considerato il massimo tollerabile per non produrre danni irreversibili.

Può anche essere che tutta questa storia dei cambiamenti climatici sia una colossale montatura, io non credo, ma vogliamo davvero correre questo rischio solo per continuare a consumare ai ritmi attuali, petrolio permettendo ?

Riguardo poi al petrolio, consapevoli di come l'economia mondiale ne sia dipendente tanto quanto un drogato lo è della cocaina, ci si aspettava qualche sforzo per incentivare il risparmio energetico, spingere verso l'utilizzo delle rinnovabili.. invece ? Invitano i paesi produttori ad estrarre di più! Sarebbe come cercare di risolvere il problema dello spaccio della droga incentivando gli spacciatori ad emettere dosi più sostanziose sul mercato!

Credo che i nostri governanti non capiscano che i soldi e la crescita anno senso solo se abbiamo un mondo in cui goderseli.

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