La vedo (N)era
Sparare su Hera oramai è come sparare sulla croce rossa. Nelle infinite ramificazioni dei suoi "business" tentacolari si occupa oramai quasi di tutto, avendo a che fare direttamente o indirettamente con la tutela ambientale, Acqua, Gas, Rifiuti, Elettricità. Risulta naturale quindi che Hera attiri su di se una montagna di critiche e di malcontento, specialmente in occasione di ogni aumento tariffario pianificato da Ato.
Proprio per l'estrema importanza del ruolo cruciale che occupa, è importante che la vigilanza dei cittadini nei confronti del suo operato sia sempre attento e puntuale. Proprio in quanto fornitrice di servizi ambientali essenziali ai cittadini, è indispensabile verificare non solo il rispetto scrupoloso della legge (questo lo si da per scontato) quanto pretendere un comportamento orientato alla massima trasparenza e al di sopra di ogni sospetto.
Pur essendo sulla carta in mano pubblica (oltre il 57% delle azioni è in mano ai Comuni), come società per azioni tenderà inevitabilmente ad agire assecondando una logica privatistica nella gestione, come è naturale che sia. E' normale quindi che Hera stessa sia condizionata pesantemente nelle proprie scelte in funzione delle necessità di remunerazione degli azionisti, però non deve dimenticare che il fine ultimo non è arricchirsi ma fornire servizi ai cittadini al costo minore possibile compatibilmente con la qualità attesa e la giusta remunerazione del capitale.
Riporto al proposito un comunicato di Stefano Angeli, in larga parte condivisibile pur con qualche distinguo:
Pur essendo sulla carta in mano pubblica (oltre il 57% delle azioni è in mano ai Comuni), come società per azioni tenderà inevitabilmente ad agire assecondando una logica privatistica nella gestione, come è naturale che sia. E' normale quindi che Hera stessa sia condizionata pesantemente nelle proprie scelte in funzione delle necessità di remunerazione degli azionisti, però non deve dimenticare che il fine ultimo non è arricchirsi ma fornire servizi ai cittadini al costo minore possibile compatibilmente con la qualità attesa e la giusta remunerazione del capitale.
Riporto al proposito un comunicato di Stefano Angeli, in larga parte condivisibile pur con qualche distinguo:
Che Hera non abbia soddisfatto le aspettative che ci erano state presentate alla sua creazione è cosa ormai arcinota, non c’è stato alcun miglioramento dei servizi, anzi a volte il contrario, e le tariffe sono aumentate dal 2002 mediamente del 40%. Molte volte in questi anni abbiamo sottolineato come i servizi di erogazione dell’acqua fornissero spesso poca qualità a costi elevati, o come le tariffe dei rifiuti fossero lievitate negli ultimi anni, senza che il servizio prendesse la strada decisa di una raccolta differenziata efficace.
Inoltre abbiamo tutti osservato come le agenzie Ato, che avrebbero dovuto controllare l’operato di Hera, valutarne i piani d’investimento e le proposte tariffarie, siano state del tutto inutili ed impotenti a fronte della volontà della società. Ora pare che da alcune settimane i sindaci, in gran segreto, abbiano siglato una nuova struttura degli Ato stessi, ma di questa delicata faccenda i consigli comunali, inspiegabilmente, non sono stati assolutamente né coinvolti, né informati delle decisioni prese.
Eppure quello delle agenzie d’ambito è uno dei nodi cruciali da risolvere nei rapporti tra enti soci ed holding. La privatizzazione della società si è infatti fermata in mezzo al guado creando di fatto interessi conflittuali tra chi deve controllare e chi dovrebbe essere controllato. Gli Ato avrebbero dovuto, ad esempio, controllare la regolarità di realizzazione delle opere e degli investimenti di Hera, ma non ne avevano alcuna possibilità essendo costituiti da pochissimo personale addirittura “prestato” dalla stessa Hera.
Al cittadino intanto arrivano nei bollettoni le conseguenze di questo monopolio pubblico-privato a cui tutto sembra essere concesso anche se entra in palese contrasto con gli interessi di società totalmente pubbliche, come Romagna Acque, o con l’interesse stesso del cittadino. Uno degli imperativi della prossima legislatura dev’essere una totale e radicale revisione del ruolo degli Ato che risolva la situazione di conflitto d’interesse attuale dei sindaci e che avvii una fase di vera apertura al mercato dei servizi.
Una liberalizzazione, anche in questo campo, che porti al cittadino reali benefici e dia possibilità di vero controllo disinteressato agli enti locali.
Stefano Angeli
Libertà e Futuro
Io personalmente mi dissocio dall'affermazione piuttosto perentoria che la qualità dei servizi erogati non sia stata soddisfacente, gran parte della rete idrica ereditata era un vero colabrodo, specialmente a Bagno di Romagna, dove sono stati fatti molti interventi di ammodernamento della rete, oppure a Ferrara la cui rete idrica era una delle più inefficienti della Romagna, Gli investimenti quindi sono stati fatti, anche se taluni ne contestano la reale efficacia.
Probabilmente, se fosse rimasta una gestione interamente pubblica e frammentata, non si sarebbero potute reperire tutte le enormi risorse finanziarie per sistemare le falle e ammodernare la rete, ma soprattutto non si sarebbero realizzati così tanti impianti di depurazione delle acque reflue, indispensabili per ridurre l'impatto ambientale delle attività agricole e industriali..
Il problema principale, dove credo che il comunicato abbia colto nel segno, è invece il conflitto di interessi, o meglio l'intruglio di opportunismi che lega a doppio filo le scelte del gestore e le scelte della politica. E' fin troppo facile alimentare il sospetto che talune scelte siano state dettate più da reciproci vantaggi fra politica e azienda, piuttosto che da reali intenti di tutelare gli interessi dei cittadini.
Se la stessa volontà ed efficienza (nel finanziare ad esempio costosi progetti di incenerimento) fosse stata applicata alla realizzazione di un efficace servizio "porta a porta", sono convinto che avrebbero ottenuto comunque un risultato industriale importante, economico per i cittadini ed efficiente. Evidentemente i guadagni auspicati non erano all'altezza, e grazie alla scusa di Ato si é ribaltato sempre e comunque la responsabilità delle scelte fatte sulle amministrazioni, che per inciso non fanno molto più che assecondare ciò che Hera desidera.
Perchè le amministrazioni sono così supine ? Principalmente penso sia per il pesante impatto sulle casse comunali causato dai dividendi che l'amministrazione incassa, pari a circa due milioni di euro all'anno solo per Cesena. Oltre ovviamente alla solita logica di spartizione, in piena ottemperanza del famoso manuale Cencelli, che vede all'interno del consiglio di Hera vari politici di professione, scelti fra la maggioranza con criteri poco trasparenti, non sempre competenti nell'esercitare un reale ruolo di controllo.
Come se ne esce da questa situazione di grave stallo ? Vorrei proprio chiederlo ai nostri candidati sindaci.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.