L'acqua di Cesena è meno buona delle altre, che fare ?
Ritorniamo ancora una volta a parlare dell'acqua, elemento che riveste una importanza fondamentale per la vita di tutti, assai più del petrolio o di qualsiasi altra sostanza. Passata la crisi idrica del 2007, tamponata provvisoriamente attingendo l'acqua dal CER (canale emiliano romagnolo). Paradossalmente, oggi abbiamo il problema opposto, l'abbondanza di precipitazioni ha riempito completamente l'invaso (come tra l'altro è quasi sempre successo in passato) fino a rendere necessaria la tracimazione nel Bidente. Potete trovare qui i dati della diga in tempo reale e qui una analisi dei dati storici degli ultimi 10 anni.
Qual'è il problema allora ?
Da almeno un anno si sono susseguite in comune varie interpellanze a proposito della scarsa trasparenza con cui si attua a Cesena la miscelazione fra l'acqua di Ridracoli e l'acqua proveniente dalle tre falde di Cesena. Sul sito di Hera dovrebbe comparire una tabella aggiornata che rende conto delle politiche di miscelazione, dapprima sono sparite, poi sono riapparse magicamente a seguito delle varie interpellanze in oggetto. In ogni caso questi dati, disponibili qui, non sono aggiornati affatto in tempo reale.
Ma che c'entra la miscelazione con la qualità dell'acqua ?
Il succo della polemica è che le acque di falda potabilizzate sono di qualità relativamente scarsa rispetto a quella ottima di Ridracoli, gli emungimenti provocano subsidenza del terreno, e tendono a raccogliere e concentrare tutti i pesticidi agricoli e gli spandimenti dell'area a monte delle falde stesse. Pertanto, essa sarà inevitabilmente carica di nitrati e altri composti critici per la salute pubblica.
Perché, pur avendo la diga che tracima, utilizziamo acqua di falda ?
Appunto, non essendo pubblicati i dati in tempo reale sulla miscelazione, a meno di continue interpellanze, non è possibile dimostrare direttamente quale miscelazione è stata apportata. Ovviamente, la convenienza a miscelare il più possibile scaturisce dal fatto che l'acqua di falda costa assai meno rispetto a quella di Ridracoli, dato che quest'ultima deve essere acquistata dal consorzio Romagna Acque. Ciò consente enormi guadagni ad Hera, soprattutto se acquisirà la gestione all'ingrosso dell'acqua, anche giocando sulla miscelazione, a discapito della qualità delle acque erogate. Dobbiamo pertanto assicurarci che la miscelazione sia commisurata alla reale necessità e non solo ad interessi economici.
Da almeno un anno si sono susseguite in comune varie interpellanze a proposito della scarsa trasparenza con cui si attua a Cesena la miscelazione fra l'acqua di Ridracoli e l'acqua proveniente dalle tre falde di Cesena. Sul sito di Hera dovrebbe comparire una tabella aggiornata che rende conto delle politiche di miscelazione, dapprima sono sparite, poi sono riapparse magicamente a seguito delle varie interpellanze in oggetto. In ogni caso questi dati, disponibili qui, non sono aggiornati affatto in tempo reale.
Ma che c'entra la miscelazione con la qualità dell'acqua ?
Il succo della polemica è che le acque di falda potabilizzate sono di qualità relativamente scarsa rispetto a quella ottima di Ridracoli, gli emungimenti provocano subsidenza del terreno, e tendono a raccogliere e concentrare tutti i pesticidi agricoli e gli spandimenti dell'area a monte delle falde stesse. Pertanto, essa sarà inevitabilmente carica di nitrati e altri composti critici per la salute pubblica.
Perché, pur avendo la diga che tracima, utilizziamo acqua di falda ?
Appunto, non essendo pubblicati i dati in tempo reale sulla miscelazione, a meno di continue interpellanze, non è possibile dimostrare direttamente quale miscelazione è stata apportata. Ovviamente, la convenienza a miscelare il più possibile scaturisce dal fatto che l'acqua di falda costa assai meno rispetto a quella di Ridracoli, dato che quest'ultima deve essere acquistata dal consorzio Romagna Acque. Ciò consente enormi guadagni ad Hera, soprattutto se acquisirà la gestione all'ingrosso dell'acqua, anche giocando sulla miscelazione, a discapito della qualità delle acque erogate. Dobbiamo pertanto assicurarci che la miscelazione sia commisurata alla reale necessità e non solo ad interessi economici.
Il livello di miscelazione, anche se il gestore non lo divulga, possiamo però cercare di ottenerlo indirettamente!
Per farlo, è sufficiente tenere d'occhio i dati sui parametri della qualità dell'acqua forniti dal gestore e correlarli quelli del consumo istantaneo dell'acqua di ridracoli proveniente da romagna acque. In particolare consideriamo la differenza fra Cesenatico e Cesena, a Cesenatico l'acqua è di Ridracoli al 100%, a Cesena no.
Nitrati Cesena: 16 Ml/L
Nitrati Cesenatico: 6 Ml/L
(Media I° semestre 2008, limite di legge per la potabilità = 50 Ml/L)
Notate niente di strano ? Certo, i valori sono in media almeno tre volte più alti. Conoscendo la serie storica dei dati sui nitrati e la serie storica dei dati di miscelazione, nonché la serie storica dei consumi puntuali, è possibile costruire una funzione empirica che stima la percentuale di miscelazione attuale in funzione dei valori attuali dei nitrati. Non ho ancora avuto il tempo materiale di inventare questa funzione, però in teoria è possibile e nemmeno troppo difficile, ipotizzando una correlazione lineare. Affinché tale funzione sia affidabile occorrerebbe conoscere i valori dei nitrati rilevati in una giornata in cui il 100% dell'acqua proveniva dalla falda e una serie di analisi aggiornate al mese corrente. Se li avete per favore mandatemeli!
In ogni caso, ad occhio direi che siamo oggi sull'ordine del 30% di falda e oltre, anche ora che ridracoli sta tracimando. E' lecito ? Io credo di no, abbiamo tutto il sacrosanto diritto di avere la migliore qualità dell'acqua possibile, a costi sostenibili.
Potremmo vincolare il gestore a pagare il servizio in funzione della qualità dell'acqua fornita ?
Nitrati Cesena: 16 Ml/L
Nitrati Cesenatico: 6 Ml/L
(Media I° semestre 2008, limite di legge per la potabilità = 50 Ml/L)
Notate niente di strano ? Certo, i valori sono in media almeno tre volte più alti. Conoscendo la serie storica dei dati sui nitrati e la serie storica dei dati di miscelazione, nonché la serie storica dei consumi puntuali, è possibile costruire una funzione empirica che stima la percentuale di miscelazione attuale in funzione dei valori attuali dei nitrati. Non ho ancora avuto il tempo materiale di inventare questa funzione, però in teoria è possibile e nemmeno troppo difficile, ipotizzando una correlazione lineare. Affinché tale funzione sia affidabile occorrerebbe conoscere i valori dei nitrati rilevati in una giornata in cui il 100% dell'acqua proveniva dalla falda e una serie di analisi aggiornate al mese corrente. Se li avete per favore mandatemeli!
In ogni caso, ad occhio direi che siamo oggi sull'ordine del 30% di falda e oltre, anche ora che ridracoli sta tracimando. E' lecito ? Io credo di no, abbiamo tutto il sacrosanto diritto di avere la migliore qualità dell'acqua possibile, a costi sostenibili.
Potremmo vincolare il gestore a pagare il servizio in funzione della qualità dell'acqua fornita ?
Credo che l'adeguamento tariffario in base alla qualità sia molto difficile, perché gran parte della tariffa è decisa a livello nazionale. Quello che paghiamo per la tariffa acqua è diviso in tre parti:
1- Servizio acquedotto (acqua potabile)
2- Servizio fognatura
3- Servizio depurazione
Tutte e tre le voci combinate rappresentano il prezzo finale, composto da una parte fissa e da una variabile in funzione dei consumi a metrocubo. Attualmente la tariffa del servizio idrico è definita sulla base dei provvedimenti normativi emessi dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e dal Ministero delle Attività Produttive Commercio e Artigianato.
Le disposizioni per la definizione della tariffa dei tre servizi sono contenute nella delibera CIPE n. 131 del 19 dicembre 2002. Nello spulciare la legge ho trovato però una possibilità, l'articolo 13 della legge 36/94 recita:
La tariffa del servizio idrico è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica, del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia.
Quindi, a norma di legge, sarebbe possibile intervenire su parte della quota variabile per tenere conto della qualità, ma dato che la tariffa è uniformata all'interno dell'ambito territoriale ottimale dubito che una qualsiasi modifica sarebbe molto significativa, ed in ogni caso avvantaggerebbe anche chi già riceve l'acqua buona, non solo coloro che hanno subito pratiche di miscelazione più penalizzanti come Cesena.
Io insisto che dobbiamo richiedere la pubblicazione in tempo reale del dato della miscelazione, e tempestarli di interpellanze (dato che è un ente a controllo pubblico, almeno sulla carta) per sapere il perché delle scelte fatte.
Sconvolgente!
RispondiEliminaGiustissimo... mi pare il minimo... c'è un indirizzo email a cui possiamo inoltrare questa richiesta?
Grazie
Gillo