Verso una società da 2000W pro capite
Sollecitato da una affermazione di Beppe Grillo scritta nella prefazione del libro di Maurizio Pallante "Un programma politico sulla decrescita", ho avuto modo di riflettere su questa affermazione (cito testualmente da Beppe Grillo):
In Europa consumiamo seimila watt a testa ogni anno.E' come avere 60 lampadine da 100 watt accese giorno e notte.
Di primo acchito, il dato mi sembrava esagerato, al di la del fatto che il termine "ogni anno" è improprio in quanto il consumo energetico all'anno si misura in Kilowattora e non in Watt, il senso della frase, anche corretto semanticamente, è tuttavia lo stesso:
In Europa consumiamo una energia media di 50 MWh a testa ogni anno, abbiamo pertanto bisogno di seimila watt sempre disponibili a testa in ogni istante.
E' come avere 60 lampadine da 100 watt accese giorno e notte.
50 MWh è infatti il prodotto (arrotondato per difetto) fra i 6000 (watt) di Grillo e il numero di ore che ci sono in un anno, pari a 8760 ore circa.
Per sopravvivere, abbiamo bisogno all'incirca di ingerire (in media) 1500 Kcal al giorno, pari a 1.75 KWh al giorno, che moltiplicati per i giorni di un anno fanno circa 650 Kwh all'anno, solo per sostenerci in vita dignitosamente. In soldoni, il nostro corpo è come una lampadina di 80-100 watt (dividendo i KWh al giorno per 24 ore).
Quindi, riassumendo, consumiamo 50 milioni di wattora, ma a sostenere il nostro consumo basale ne vanno solamente 650 mila, se ne deduce che un europeo consuma circa 100 volte più energia di quella che gli serve per sopravvivere !! L'energia basale è infatti circa 1/100 del totale dell'energia consumata, ovvero in maniera equivalente il 99% dell'energia che consumiamo NON è direttamente sotto forma di cibo.
Ma da dove derivano i 50MWh (oppure 6000 watt a testa) di cui parla grillo ?
In Italia, il bilancio di energia primara (tutta l'energia prodotta e/o importata sotto forma di fonti fossili e non) è pari (fonte ecoage) a circa 200 MTep (milioni di tonnellate di petrolio equivalenti), che convertite in KWh fanno circa 2326000000000 KWh (duemila miliardi di kilowattora). Un quarto dei quali dissipati come perdite e sprechi.
Se adesso li dividiamo con la popolazione media dell'Italia, diciamo 58 milioni di persone, fa all'incirca 40.000 KWh, ovverosia 40 MWh (confrontabili con i 50Mwh dichiarati da Beppe Grillo, che sono però una media europea). Pertanto, Beppe Grillo si è sbagliato di poco, in Italia abbiamo bisogno di circa 4500 Watt a testa (e non di 6000).
Ma come siamo messi nei confronti degli altri paesi ? Consumiamo troppo ? In realtà non si può dire che siamo collocati troppo male, basta un confronto con gli USA per farci capire che, pur vivendo nello spreco, rispetto agli americani siamo un popolo sobrio!
Nel grafico soprastante risulta evidente come la media mondiale si collochi nell'area dei 2000 Watt procapite, nel bangladesh sono in credito, molto vicini al loro consumo di pura sopravvivenza, mentre negli stati uniti esplodono fin oltre il doppio della media europea. Tra l'altro, ho notato come questo indice di consumo energetico pro capite segua abbastanza fedelmente la distribuzione dell'indice di impronta ecologica, come è logico che sia:
Provate a sommare i vostri consumi totali (con una media "spannometrica") riferiti ad una famiglia tipica:
- Consumi elettrici Enel, 3.500 KWh all'anno fabbisogno medio.
- Consumi riscaldamento domestico, 15.000 KWh all'anno fabbisogno medio.
- Consumi automobile, circa 1400 litri gasolio/anno per famiglia, 16.000 KWh.
Raggiungiamo a malapena i 40 MWh, ma per famiglia e non per persona, quindi circa un terzo di quanto consumiamo in Italia, considerando una famiglia media di 3 persone.
Da questo se ne deduce che, anche azzerando i consumi di elettricità, calore, trasporto, rimarrebbe una quantità enorme di energia che continueremmo a consumare. Dove va a finire tutta questa energia "occulta" ?? Sono tutti sprechi ?
Va a finire, probabilmente, nella valanga di energia che inconsapevolmente sperperiamo nei nostri atti quotidiani di consumo, usando le cose (che hanno richiesto energia per essere prodotte) e gettandole come rifiuto. Quando acquisto un oggetto di plastica, già in quell'atto ho buttato via una frazione di energia non più restituita. Inoltre, c'è l'effetto moltiplicatore sulle risorse che il consumo di materiale derivato comporta. Ad esempio, mangio una fettina di carne e non penso ai 1000 litri di acqua e tutti i fertilizzanti derivati dal petrolio che sono serviti per coltivare il foraggio, abbeverare la bestia, sostenere l'agricoltura intensiva, etc. Oppure all'energia enorme che è stata necessaria per forgiare il metallo della carrozzeria della mia auto quando la vado a rottamare, e che non c'è modo di recuperare. L'energia che manca è andata a ... crescere il PIL, ma non ne abbiamo tratto alcun reale giovamento!
Se, come auspica Grillo, dovremo necessariamente avviarci verso una società a 2000 watt pro capite, certamente occorrerà mettere in seria discussione l'intero modello su cui si basa la nostra economia occidentale.
Se, come auspica Grillo, dovremo necessariamente avviarci verso una società a 2000 watt pro capite, certamente occorrerà mettere in seria discussione l'intero modello su cui si basa la nostra economia occidentale.
Ti stai sbagliando di parecchio.
RispondiEliminaL'energia che tu consideri "in eccedenza" rispetto al consumo familiare non è affatto solo spreco: alimenta acquedotti, sistemi fognari e di depurazione, ospedali, ferrovie, illuminazione pubblica, riscaldamento di scuole, refrigerazione e trasporto di cibo, agricoltura. Per non parlare della produzione industriale.
Di spreco ce n'è, ma non dimentichiamoci che la nostra vita non si limita alle 4 mura di casa.
Tutto vero quello che dici, in effetti il conto deve ovviamente tornare, dato che tutta quell'energia da qualche parte é andata.
RispondiEliminaNon sto contestando che non servono ospedali, industrie, aquedotti, ferrovie, etc.etc., sto solo constatando come, percettivamente, pensiamo all'energia come qualcosa che ci "serve direttamente", mentre il grosso di quello che spendiamo è in realtà per sostenere il nostro modello di sviluppo, e su quello i comportamenti individuali (risparmio, tetti fotovoltaici, auto elettrica, etc.) possono fare ben poco.
Se vogliamo ridurre i consumi, e saremo presto costretti a farlo, non dobbiamo diminuirli solo nelle nostre case o nelle nostre auto, ma anche in tutto quel sistema li, ed è la parte più difficile! Significa chiudere le imprese che non si attivano per ridurre gli impatti energetici, rivoluzionare l'illuminazione pubblica, bloccare gli autotrasportatori di cibo in favore dell'approvigionamento locale, in poche parole "decrescita". Credo che la gente non se ne renda conto, e pensi ancora che installando due pannelli solari o andando a gas risolva in buona parte il "suo" personale problema di costo.