Porta a Porta, costo o investimento ?
Quando si tratta di invocare investimenti per il futuro, tutti sono d'accordo, quando poi si scopre che investire significa utilizzare soldi dei contribuenti, tutti frenano. Nell'ambito della gestione dei rifiuti urbani accade esattamente questa dinamica, riciclare va benissimo purché non paghino i cittadini. Come se l'intero sistema integrato già di per se stesso non sia integralmente pagato dai cittadini, fino all'ultimo centesimo.
Perché non si ragiona con la stessa analogia ideologica anche in altri ambiti, tipo gli investimenti in pubblicità ? Qualcuno dubita forse del fatto che le spese pubblicitarie vengano riversate in quota proporzionale sui prodotti che acquistiamo ? Vorrei sentire dire dagli stessi soggetti anche cose del tipo "fare pubblicità va bene, purché non la paghino i consumatori acquistando i prodotti".
Il "porta a porta", ovvero la raccolta domiciliare dei materiali, non è un costo ma un investimento. Solo in questa ottica si può parlare davvero di "Gestione". Il sistema tradizionale è puramente un costo, pertanto ogni soldo investito ha un ritorno virtualmente nullo per il cittadino (a parte i lauti guadagni per il gestore unico del servizio).
La raccolta spinta dei materiali, costosa in tempo fatica e dedizione assai più che in reali termini monetari, è il solo sistema in grado di ripagare i suoi costi senza farli ricadere genericamente sulla collettività, ed in subordine (cosa non da poco) è il sistema largamente più efficace per ridurre al contempo la quota destinata a smaltimento.
E' come pretendere di pagare meno pubblicità ed investire i soldi così risparmiati per acquistare prodotti migliori, magari solo quando servono realmente, senza comportamenti indotti. Tutti avremmo da guadagnarci, tranne ovviamente i gestori unici del mercato pubblicitario e coloro che sanno di vendere un prodotto scadente.
Un dato (sbalorditivo) su tutti: a Mercato San Severino (SA), in piena "emergenza rifiuti" perenne a causa del commissariamento, mentre tutto intorno a loro era un disastro sociale, economico sanitario e ambientale, il Comune otteneva il 60% di raccolta differenziata e una incoraggiante stabilizzazione degli scarti complessivi (il bacino di utenza è di circa 20.000 abitanti). I cittadini pagano una quota fissa ed una variabile in funzione degli svuotamenti certificati tramite codice a barre, possono inoltre controllare su internet il loro risparmio. La tariffa che i cittadini e le aziende pagano per il servizio, una volta stabilizzata, può avere incrementi legati unicamente al costo della vita, senza inique indicizzazioni basate sulla superficie abitabile. Il risultato é sotto gli occhi di tutti, mentre in larga parte della Campania il servizio non funziona e si hanno le tariffe più alte d'Italia, nei luoghi dove sono state applicate logiche di riciclo spinto e non di gestione industriale fallimentare i risultati si sono avuti sia dal lato ambientale che soprattutto sul fronte dei costi.
Il "porta a porta" è innanzitutto crescita culturale e di equità sociale, in quanto capace di creare legami fra le persone. Responsabilizza. Favorisce il controllo del territorio, la riqualificazione lavorativa degli addetti e, aspetto non indifferente, rende più appetibile un luogo sotto l'aspetto turistico. Il suo valore va ben oltre quello meramente economico, la differenza alla fine non la fanno 5 euro in più o in meno per i primi anni da quando lo si introduce, ma la qualità della vita che migliora nel suo insieme.
Una discarica senza frazione organica di rifiuti urbani e senza rifiuti industriali è di fatto innocua. Rimosso tutto il riciclabile una discarica rimane una soluzione accettabile, mentre l'eliminazione di tutte le frazioni ad alto potere energetico (perché integralmente riciclate) consente al contempo di diminuire drasticamente la necessità di ricorrere agli inceneritori, facendo risparmiare indirettamente tanti altri soldi alla collettività.
Abbiamo tutte le conoscenze per "gestire" realmente e prevenire gli sprechi, usiamole!
molto interessante...
RispondiEliminache ne dici se ti invito anche su faenzattiva così puoi pubblicarli reciprocamente con tanto di link al MIZ...
se ti va mandami pure una mail a faenzattiva la trovi sul blog. Ti potrò rispondere solo la prox settimana
ciao
Non sono contrario ai cross-post, puoi benissimo copiare gli articoli che ritieni più interessanti e diffonderli a Faenza, purché ne rimanga un link alla fonte. Ciao
RispondiEliminaquello che stavo cercando, grazie
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