sabato 7 marzo 2009

Rapporto comuni rinnovabili 2009 di Legambiente

E' uscito in questi giorni a cura di Legambiente un documento che racchiude tutti i dati sui comuni italiani che hanno adottato sul proprio territorio strategie e impianti ad energia rinnovabile:


I dati riportati sono molto interessanti, sembra che su oltre 8000 comuni ben 5991 abbiano installato sul proprio territorio almeno un impianto per energia pulita. 2801 comuni in più rispetto all'anno precedente. Ciò di per se non è indice assoluto di una svolta rinnovabile, dato che in larga misura questi impianti sono di piccola o piccolissima taglia, delinea però una tendenza che nei prossimi anni a venire potrebbe diventare preponderante.

Si cambia infatti il modo di guardare al proprio territorio, puntando maggiormente su un modello di generazione distribuita, in grado di privilegiare fonti a basso impatto ambientale, incrementare l'autosufficienza energetica locale, investendo in innovazione e contemporaneamente facendo risparmiare molti soldi alle famiglie. L'italia è certamente molto indietro rispetto all'obiettivo di rendere rinnovabile una quota importante della propria produzione, per quanto riguarda il fotovoltaico siamo a quote tuttora irrisorie, nonostante il conto energia, ma i segnali di investimento ci sono.

Auspicabilmente si potrebbe arrivare nel giro di pochissimi anni al livello della Germania, che attualmente dispone di 30 volte più fotovoltaico e 8 volte più eolico installato di noi. La vera novità del rapporto di legambiente però è un altra, e precisamente riguarda la modificata valutazione strategica che Legambiente sta adottando nei confronti della produzione energetica da biomasse e rifiuti. La posizione di Legambiente sugli inceneritori è sempre stata piuttosto ambigua, vanno bene le infinite (R) messe prima (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, ...), però in parecchie realtà locali come a Brescia è scesa in campo apertamente a sostegno dell'incenerimento, considerando il recupero energetico parte integrante di una strategia globale di sostenibilità.

Nell'ultimo rapporto comuni rinnovabili di Legambiente si fa ora una netta distinzione fra energia rinnovabile prodotta con biomasse (che devono essere di produzione locale) ed energia di recupero da rifiuti, equiparata finalmente alle altre fonti fossili come carbone, petrolio, metano, al contrario di quanto sostiene ad esempio Hera.

Interessante anche il capitolo riguardante il "teleriscaldamento", considerato importante per aumentare l'efficienza degli impianti, più che un bene in se, a tal proposito viene mostrata una mappa che comprende le aree sul territorio italiano servite da impianti di teleriscaldamento.

Come si può notare, gli impianti sono distinti fra biomasse (in verde) e altre fonti fossili inclusi i rifiuti (in nero). Non è difficile capire dalla mappa come l'Emilia Romagna abbia deciso di alimentare le proprie centrali di teleriscaldamento, tutte in corrispondenza di impianti di incenerimento. Nel sud italia... il vuoto totale, dove però predomina la generazione da fonte eolica.

Ritornando al rapporto dei comuni rinnovabili, si distinguono alcuni comuni che riescono a produrre oltre il 100% del loro fabbisiogno tramite tecnologie pulite, questi sono Dobbiaco, Prato allo Stelvio, Vipiteno, Brunico. Guarda caso tutti in provincia di Bolzano. Da segnalare per quanto riguarda le città dell'Emilia Romagna la presenza di Forlì, che raggiunge ben il terzo posto come diffusione del solare termico per l'edilizia comunale.

Per maggiori informazioni, Legambiente mantiene da qualche anno il sito www.comunirinnovabili.it, dove possono essere scaricati anche i rapporti degli anni precedenti.

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