Romagna acque società delle fonti
Dal 1 Gennaio 2009 una rivoluzione silenziosa è avvenuta nella gestione dell'acqua nel nostro territorio Emiliano Romagnolo. In precedenza la gestione dell'acqua era affidata ad Hera per quanto riguarda la rete distributiva e l'emungimento dei pozzi acquiferi, mentre alla società pubblica Romagna Acque era demandato lo sfruttamento della sola risorsa idrica del bacino di Ridracoli.
Con la nascita della società unica "Romagna Acque società delle fonti", fortemente voluta dai sindaci, la parte degli asset di Hera riferiti alla gestione e produzione della risorsa idrica sono stati scorporati e ceduti interamente a tale società, decisione già presa fin dal lontano 2005. In sostanza, Romagna Acque diventa proprietaria sia dell'acqua di ridracoli che dell'acqua dei pozzi, agendo quindi da ora come fornitore unico verso Hera, che si occuperà solo della distribuzione e della rete idrica, nonchè della tariffazione verso i cittadini.
E' una buona cosa ?
Sulla carta direi di si, si parla tanto di acqua come bene pubblico imprescindibile e Romagna Acque interamente pubblica in effetti lo è davvero. Affidando la produzione della risorsa ad una società interamente pubblica i comuni acquistano collettivamente un maggiore controllo, vendendo ad Hera la risorsa si assicurano inoltre che la multiutility abbia tutto l'interesse ad ammodernare e mantenere efficiente la rete da lei gestita (pagherebbe l'acqua anche in caso di perdite nella propria rete), i cittadini avrebbero un servizio più efficiente, e magari auspicabilmente bollette inferiori e un accesso più equo alla risorsa.
Ma è davvero così ?
Non del tutto, per una serie di ragioni che provvederò ad elencare, alcune delle quali emerse durante un recente ordine del giorno al consiglio comunale di Cesena promosso da Stefano Angeli (LF).
Il contratto fra Romagna Acque Società delle Fonti ed Hera, prevede la cessione da parte di Hera non solo della proprietà e dei diritti di sfruttamento dei pozzi, ma anche di tutte le infrastrutture tecniche di corredo, come canali, potabilizzatori, chiuse, miscelatori, attrezzature tecniche, tutte cose iscritte nei bilanci di Hera come valore residuo di investimenti fatti in passato.
Ebbene, a seguito della cessione la società Romagna Acque dovra sborsare la bellezza di 3.600.000 euro come corrispettivo del valore residuo ceduto alla società, cioè qualcosa di già completamente ammortizzato dalle varie comunità locali, molte di queste opere nemmeno realizzate da Hera stessa ma ereditate in dote dai vari comuni. Questi beni servivano ovviamene in parte per mantenere alto il valore patrimoniale posseduto da Hera, ora si è trasformato per contratto in denaro sonante cash, come corrispettivo della perdita presunta. Chi li paga questi soldi ? Ovviamente i cittadini in tariffa!
Uno dei vincoli del contratto era che il passaggio da Hera a Romagna Acque avvenisse ad invarianza tariffaria per i cittadini, non possiamo però dimenticarci come meno di un anno fa Hera avesse raggelato tutti in ambito ATO chiedendo proprio un aumento clamoroso delle tariffe, di oltre il 6% !!! Aumento che è stato in parte frenato perchè diluito in vari anni da parte di ATO, nei fatti però è stato sostanzialmente concesso ad Hera, senza reali motivazioni.
Mettiamoci nei panni di Hera. Che convenienza ha avuto ?
- Ha monetizzato un patrimonio di valore residuale difficilmente monetizzabile trasformandolo in liquidità per oltre tre milioni e mezzo di euro, per la gioia degli azionisti.
- Si è sbarazzata delle recenti polemiche sulla qualità dell'acqua, non disponendo più la gestione diretta dei pozzi, e quindi delle relative responsabilità per le politiche di miscelazione tanto contestate fra acqua di ridracoli e acqua da emungimento, che avevano fatto crollare la qualità dell'acqua nella nostra città.
- Ha ridotto notevolmente le spese di gestione dato che non deve più occuparsi dei pozzi, mantenendo al contempo gli occupati che ci lavorano, passati in parte a Romagna Acque.
- Conserva de-facto la gestione degli stessi comunque dato che per contratto è previsto un periodo di tre anni di affiancamento del personale Hera per la gestione della risorsa ceduta a Romagna Acqua.
- Ha mantenuto invariato il suo monopolio dato che ha un unico fornitore e un unico cliente.
Insomma, Hera ci ha guadagnato alla stragrande, per non cambiare in realtà praticamente nulla al suo interno, dato che continuerà a gestire i pozzi per conto di Romagna Acque almeno per altri tre anni, erogando l'acqua esattamente con le stesse modalità di prima, scelte di miscelazione comprese, che sulla carta appartengono ora a Romagna Acque.
Cosa ci ha guadagnato Romagna Acque ?
Ben poco, dato che ha dovuto pagare una cifra consistente per occuparsi anche dei pozzi e dovra sostenere spese gestionali aggiuntive, ha però accentrato in un unico soggetto il controllo di tutta la risorsa. Controllata ora da un singolo soggetto pubblico, la gestione dell'acqua fornisce a Romagna Acque un enorme potere strategico. Chi governa Romagna Acque controlla l'acqua! E' quindi una finta pubblicizzazione, molto più simile ad una privatizzazione spinta, dato che sembra agire rispetto a regole puramente economiche verso le quali i singoli sindaci difficilmente saranno in grado di incidere.
Cosa ci ha guadagnato il cittadino ?
Ben poco, in quanto ora l'acqua dovra essere venduta da Romagna Acque ad Hera, e da Hera al cittadino. Già succedeva prima, ora la divisione è finalmente stata resa trasparente e completa, ma già le aziende si sono cautelate cercando di alzare enormemente le tariffe.
Cosa ci hanno guadagnato i comuni ?
Essendo proprietari sia di Romagna Acque (interamente pubblica) che di Hera (a maggioranza pubblica) ci guadagnano due volte, introitando i dividendi di Hera e le quote di competenza di Romagna Acque, aumenteranno quindi i flussi di cassa verso i comuni (già drammaticamente ridotti dal dimezzamento del valore delle azioni di Hera).
Molti comuni, fra i quali Ravenna, si lamentano di come l'accentramento di tutta la produzione in una singola società pubblica abbia ridotto l'autonomia gestionale nel loro territorio. Inoltre aumenta lo spazio per il solito malcostume di infilare in società pubbliche o controllate i soliti politici trombati, ex sindaci, consiglieri politici, insomma lo scontato e prevedibile giro di poltrone.
Concludendo
Cambia tutto per non cambiare niente, la politica si crogiola del suo nuovo giocattolo che regala agli amministratori sempre più potere decisionale. Ed i cittadini pagano queste scelte come al solito.
Nota positiva su Romagna Aque è se non altro il fatto di essere stata una delle poche aziende ad essere riuscita autonomamente a ridurre i compensi ai suoi top manager.
Il presidente di Romagna Acque è Ariana Bocchini, ex sindaco di Bertinoro, personaggio molto in vista del PD forlivese.
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