martedì 3 marzo 2009

Risposta a Italo Macori del PdL sulla opzione nucleare


Al candidato Italo Macori del PdL il numero 3 sembra piacere parecchio. Dopo avere affermato che la raccolta differenziata domiciliare potrebbe costare tre volte tanto, ha recentemente commentato sul corriere che se l'Italia non abbracciasse la politica nucleare le aziende potrebbero spendere tre volte tanto in termini di bolletta elettrica.

Pur condividendo la sua opinione in merito al sondaggio sul nucleare a Cesena proposto da Paolo Lucchi, certamente affetto da facile demagogia, come del resto qualsiasi sondaggio di tipo Si/No, nel merito della questione il Movimento Impatto Zero e il Meetup amici di Beppe Grillo di Cesena intendono sostenere in maniera convinta la scelta del NO al nucleare con affermazioni concrete e motivate, sfidando pubblicamente i candidati ad una seria verifica non ideologica:

  • Nessuna centrale nucleare impiega meno di 8 anni per la propria costruzione. Nessuna centrale ritorna un utile prima di 15 anni di funzionamento (payback). Da questo discende la certezza che per minimo 20 anni le bollette energetiche dovranno essere assai più salate per finanziare il nucleare, a meno che non si intenda spalmare i costi degli ammortamenti sui cittadini in forma di debito pubblico, come tutti i paesi nucleari in effetti fanno.
  • Gli stati uniti non hanno più inaugurato una nuova centrale dal 1978, dopo l'incidente gravissimo di Three Miles Island.
  • Il carburante Uranio arricchito U235 in concentrazione utile superiore allo 0,2% si prevede in esaurimento, al tasso attuale di consumo, entro 40 o 50 anni al massimo (non é rinnovabile e l'Italia ne è quasi priva). Ne risulta che ad una eventuale centrale italiana della corrente generazione rimarrebbero solo 20 anni o poco più di produzione in utile, poi dovrebbe chiudere.
  • La Francia è costretta a vendere a prezzo di saldo l'energia nucleare di notte, che noi compriamo per ben il 20% del nostro fabbisogno a pochi cent al KWh per pomparla in bacini idrografici e sfruttarla di giorno come idroelettrico, risparmiando una enorme quantità di olio combustibile.
  • Non esiste ancora al mondo una centrale attiva EPR di terza generazione (quelle che si vorrebbero costruire in Italia), l'unica in fase di completamento é in Finlandia a Okiluoto, è costata il doppio di quanto preventivato con più di tre anni di ritardo nella costruzione (e la Finlandia non è certo l'Italia).
  • Nessuna compagnia assicurativa al mondo assicura più una centrale nucleare da decenni.
  • Il 22% dell'acqua dolce della Francia (57% dei prelievi totali di acqua) viene consumata dai reattori nucleari per raffreddamento e dispersa in atmosfera anziché essere distribuita come risorsa idrica, questi impianti infatti possono essere costruiti solo a ridosso dei grandissimi fiumi, e ovviamente si fermano quando la loro portata diminuisce troppo.
  • Il costo di un impianto nucleare va da 2 ai 5 miliardi di euro per GWatt a seconda della tecnologia utilizzata. La quarta generazione (fast breeder), che tra l’altro sarà la più costosa, non sarà commercializzabile prima del 2030.
  • La produzione nucleare nel mondo è in declino costante, i pochi reattori in costruzione (13 in Europa negli ultimi 10 anni) sono per lo più in sostituzione di reattori obsoleti. Paesi come la Germania e l'Inghilterra che avevano piani di graduale dismissione sono costretti ad aumentare la vita operativa degli impianti da 30 a 50 anni per recuperare i costi.
  • La produzione totale di nuova energia elettrica da eolico ha superato quella nucleare nel 2007, Da quell’anno infatti l'eolico vede incrementare di 20GW la potenza installata (+30% all'anno), contro i soli 1,9GW del nucleare, il tutto con un ritorno dall'investimento di mesi anziché decenni.
  • Gli studi di Domenico Coiante (http://tinyurl.com/costonucleare) dimostrano che il costo al KWh del nucleare non è così tanto inferiore rispetto al bruciare petrolio, carbone o gas naturale, senza considerare nemmeno gli enormi costi di dismissione (che noi oggi ancora paghiamo fin dal 1987) ed i costi di stoccaggio delle scorie (nessuno ha mai trovato ancora un sito dove metterle).
  • Il picco di costruzione mondiale di reattori è stato nei primi anni ’80, risultato del tentativo di calmierare negli anni 60-70 i costi enormi per diventare potenze nucleari, in tempi di piena guerra fredda.
  • La metà del combustibile oggi viene da vecchie testate nucleari dismesse.
  • Il nucleare copre il 17% dell'energia elettrica mondiale (32% per la sola Europa), con 449 centrali in funzione, pari a circa 350GW, percentuale però destinata a diminuire nel tempo anche se è prevista l'apertura di una quarantina di nuovi reattori entro il 2020.
  • Nel 2005 sono state dismesse 110 centrali e inaugurate solo 27 (fonte Legambiente).
In conclusione di questi fatti, chi mai potrebbe essere così folle da scegliere un investimento di valore così elevato, a redditività così incerta e così differita nel tempo, proprio in tempi di crisi ?

In realtà, il nucleare rappresenta un gigantesco bluff, i reali piani di ENEL, come dimostrato a Porto Tolle, sono di arrivare in scena e sostenere: "Non volete il Nucleare ? Non c'è problema, abbiamo già pronte nel cassetto le nostre centrali a Carbone Pulito!".

1 commento:

  1. Ottimo articolo, chiaro, semplice, esauriente, senza possibilità di replica.

    Ogni volta che si parla di nucleare dovrei snocciolare in quest'ordine tutti i questi dati... eppure dopo un po' mi sembra di perdere tempo.
    Perchè le poesie le recitavamo alle elementari ed alle medie, e ripetere adesso queste argomentazioni sapendo già che tanto l'interlocutore non è in grado/non è disposto a recepirne il contenuto per fanatismo religiosoP/ideologico/consumista alla lunga è deprimente.

    E' chiaro da tempo che il dibattito sul nucleare è un mega spot elettorale, null'altro. E chi sostiene questo ritorno lo fa per due ragioni
    1) crassa ignoranza
    2) interessi personali

    In ogni caso rinnovo almeno per "noi" è sempre bene leggere questo tipo di post...

    saluti
    Stefano

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