A Parma, pasta e detersivi in dispenser

Fonte: Ermesambiente
Associazione cittadina di volontariato per promuovere la raccolta porta a porta (PaP)
a Cesena ed incentivare politiche di salvaguardia e tutela razionale dell'ambiente.
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Paolo Marani
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Ma forse a tutta questo c'è uno scopo non dichiarato. Forse, con l'esercito già dispiegato nelle città, sarà più facile gestire la vera crisi. Quella degli italiani in fila per il pane, che assaltano le banche nel tentativo di riprendersi i risparmi.
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Paolo Marani
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Etichette: crisi economica, crisi energetica, picco del petrolio, stato
1- Ma se i rifiuti avviati a smaltimento non sono diminuiti nonostante la crescita della percentuale di raccolta differenziata, perché non chiedere al gestore del servizio di comunicare i Kg/ab*anno di rifiuto indifferenziato come indice di incremento dell’efficienza del sistema ?
2- Ma se, nonostante gli investimenti fatti, la raccolta differenziata non è cresciuta per l’aumento dei contenitori stradali, ma grazie al conteggio dei rifiuti provenienti dalla aziende, a cosa serve spendere soldi per un aumento ulteriore di cassonetti ?
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Ieri Gallico che lavora con l'assessore ha detto di essere andato in giro per i colli aminei a dare uno sguardo in giro e a parlare con le persone (eravamo presenti quando lo ha raccontato) e l'impressione è stata molto negativa...umido non raccolto da 4 giorni, cassonetti completamente vuoti senza nemmeno gli adesivi che ne indicavano il contenuto, ed altre cosine) insomma poca concretezza e molta approssimazione (ma che aspettarsi dall'Asia e da questi dirigenti??).
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Se qualcosa va storto nella grande distribuzione, rischi di intossicare seriamente migliaia di persone, se qualcosa va storto nel mio piccolo laboratorio artigianale, male che vada una decina di persone si prenderà un po di cagarella!
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La FEDERAZIONE GIOVANILE REPUBBLICANA della ROMAGNA
in collaborazione con
MEETUP Amici di B. Grillo "CESENA S'INGRILLA"
e
il Movimento Impatto Zero
invita all'incontro pubblico
"TRÒPA MUNDEZZA!"
Creata, gestita, smaltita in un ciclo senza fine
A nessuno piace l’immondizia, pochi accettano di tenerla sotto al naso, eppure non facciamo altro che comprarla e gettarla con gesti semi automatici dei quali abbiamo perso consapevolezza. Le persone in cattiva fede possono sostenere come tutto ciò sia inevitabile e funzionale alla crescita economica e del PIL, ignorando però quanto questo comportamento sia distruttivo per l’ambiente, sacrificato all’insegna della crescita esponenziale dei consumi. Esistono alternative che evitino di trasformare le nostre preziose risorse minerarie in discariche e in fumi da inceneritore? Una alternativa c’è, parte dalla progettazione delle merci in funzione del loro recupero, passando dalla raccolta differenziata domiciliare spinta, per arrivare a trattamenti a freddo per la parte residuale che in nessun modo siamo in grado di recuperare. Discarica e incenerimento, nell’ottica di chiudere il cerchio della sostenibilità, appaiono più come un incidente di percorso piuttosto che un metodo di smaltimento industriale. Se un bene non può essere smontato, riciclato, compostato, riusato, recuperato, fuso, ritrasformato in materia prima seconda, l’industria dovrebbe semplicemente non produrlo. Si chiama strategia rifiuti zero, è fattibile, e passa per una collaborazione attiva del cittadino attraverso l’impiego del metodo Porta a Porta per separare e differenziare correttamente il proprio rifiuto.
Raccolta differenziata Porta a Porta (PaP):
Perché promuoverne l’introduzione a Cesena e in Romagna?
Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi?
Domenica 13 luglio 2008 ore 20.45
presso
il Circolo Endas “E Cafitòn” di Sant’Andrea in Bagnolo
Via Savio, 215 – Cesena (FC)
Per informazioni: info@fgr-romagna.it - 339 6857843 • mizcesena@fastwebnet.it - 349 3207788 •info.meetupcesena@gmail.com - 335 1623795
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Paolo Marani
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Ora che la borsa barcolla e che la Terra perdipiù è spolpata anch'io mi chiedo se questo può essere l'annuncio di un mondo migliore. Non so. Anzi: temo che non sia così. E tanto per cominciare, vorrei demolire uno dei pensieri correnti. Quello secondo cui battere e ribattere - come io faccio - sulla necessità di ridurre i consumi presuppone un mondo primitivo e deprivato. Questo non è vero: e da qui inizio a ragionare.
Il mondo migliore che spero è quello in cui ognuno ha cibo sufficiente e adeguato, cure mediche, caldo d'inverno e istruzione. Pure internet e un bel tot di libri, se possibile. Un mondo di questo genere però è un mondo complesso, che va oltre il puro e semplice zappare la terra e di lì campare. Presuppone che ciascuno produca più di ciò che gli serve per mangiare: gli antibiotici non crescono spontaneamente sui meli.Però per quel che mi riguarda moltissimi consumi si possono felicemente potare. Che senso ha comprare un gioiello? Che senso ha il servizio buono di piatti per 12 persone, da usare una volta ogni mai, e la credenza solo per tenercelo dentro, e la sala da pranzo aggiunta alla casa perchè anche la credenza abbia un posto? Se la crisi - questa o un'altra ventura - si porterà via queste cose, dirò solo menomale. Ma c'è un problema.
Bisogna governarla, la crisi, perchè abbia questo sbocco, perchè porti via ciò che inutilmente appesantisce il pianeta e il resto invece sia salvo. Se si lascia che il mercato faccia semplicemente il suo corso, continuerà la tendenza che è in atto ora: i ricchi - pochi - sempre più ricchi di gioielli, credenze e tutte le altre varie ed eventuali; gli altri, se già non sono poveri, sempre più immiseriti. Pare che negli Stati Uniti le cose stiano prendendo proprio questa piega. E' per questo che la recessione mi fa paura.
... SA DI "TAPPO"
Disse Mara Carfagna dopo avere chiesto il posto di ministro al suo padrone ...
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Paolo Marani
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"Un premio così importante dimostra che anche da un piccolissimo comune della Calabria e del Mezzogiorno possono giungere segnali positivi in materia di cultura ambientale. I bambini - spiega Ambrogio - sono stati fondamentali, il motore che l'amministrazione ha trovato all'interno delle famiglie". Poi sono arrivati anche i risultati economici, che non sono cosa da poco e che dimostrano come riciclare oltre ad essere un atto di educazione civica, sia anche conveniente. Il prossimo passaggio, che peraltro già sta dando buoni risultati in Toscana ed in Emilia, è quello di far pagare la tassa dei rifiuti sulla produzione reale. Per ora l'imposta è calcolata sui metri quadrati delle abitazioni, ma noi vogliamo iniziare a ragionare sulla quantità.
Questa lettera (grazie al comitato ChiaiaNodiscarica) é stata consegnata al Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, in occasione della sua visita al mega inceneritore di Brescia:
Gentilissima Signora Sindaco Iervolino,
siamo davvero impressionati dal fatto che sia venuta a Brescia a visitare il mega inceneritore ASM/A2A !!!! Ciò che può scoprire, al di là della cortina fumogena della propaganda Asm non è molto istruttivo:
un inceneritore da 800.000 tonnellate che produce molti più rifiuti (150.000 tonnellate di scorie e 30.000 tonnellate di polveri pericolose, più 2-3 milioni di tonnellate di aria contaminata) di quelli che rimarrebbero da smaltire (100.000 tonnellate) se si facesse la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale; uno spreco di risorse energetiche incredibile rispetto al riciclaggio:
1) si buttano nel forno 150.000 tonnellate di umido (cioè acqua, che idiozia!), che potrebbero diventare compost per una pianura bresciana in deficit di materia organica;
2) si buttano via, nelle scorie, 5.000/6.000 tonnellate all’anno di ferro e di alluminio, centinaia di tonnellate di rame, …però, si recupera acqua calda, Le dirà Asm! … peccato che così la
città viene teleriscaldata anche in estate, in piena calura, costringendo i bresciani a ricorrere ai condizionatori!!!!!
3)una “raccolta differenziata” con mega cassonetti stradali, al 35%, in realtà “truccata” e “drogata” dai rifiuti speciali, che, assimilati, raddoppiano i rifiuti urbani raggiungendo il record di 2 kg/abitante/giorno, e mandando allo smaltimento esattamente la stessa quantità di rifiuti della Campania, che non fa la differenziata: 1,2 kg/abitante/giorno.Sindaco Jervolino, se voleva davvero imparare come risolvere il problema dell’emergenza rifiuti della Sua terra, Le sarebbe stato più utile un viaggio in quel di Treviso al Consorzio Priula, a Novara, Asti, nel trentino, ed al Centro Riciclo di Vedelago (Tv) ovvero dal Suo Collega di Padula, nel salernitano, che è portato ad esempio per la raccolta differenziata che sta attuando!!! Lo sa che oltre 2000 Comuni italiani hanno superato il 50% di raccolta differenziata?
Con la raccolta differenziata “porta a porta” secco umido e con una tariffa puntuale si riduce il rifiuto prodotto a 1 kg/abitante/ giorno (metà di quello di Brescia) e il rifiuto da smaltire, a 0,2
kg/abitante/giorno (un sesto di quello bresciano!).Nel Centro riciclo di Vedelago, poi, si recuperano tutti i materiali della parte secca (l’umido diventa compost per fertilizzare i campi), per cui il rifiuto da smaltire è quasi 0 (sì, zero). Si figuri che arrivano a riciclare anche i pannolini dei bambini, ricavandone una finissima sabbia, richiestissima all’estero!!!! Ma, in questo caso, la lobby dell’incenerimento ed il business (anche quello criminale) dei rifiuti storcerebbero il naso!
Ma un’altra domanda ci viene spontanea: come mai Padula, vicinissimo a Napoli effettua la raccolta differenziata? Ma forse, sindaco Jervolino, è un altro il motivo che l’ha spinta a Brescia: un gemellaggio Campania-Brescia in nome dei rifiuti! Forse Lei non lo sa, ma Brescia è il “distretto nazionale dei rifiuti”, che può fare invidia alla Campania: oltre al più grande inceneritore d’Europa, qui si producono quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali all’anno, prevalentemente scorie di fonderia, a cui se ne aggiungono oltre 1 milione di importazione; sono state interrate in passato, spesso in discariche non controllate, decine di milioni di tonnellate di scorie di fonderia.
Da qui deriva la “vicinanza” alla Campania: come da voi abbiamo un’elevata incidenza di diversi tumori e la medesima anomalia rispetto al resto del Paese, un’incidenza doppia dei tumori al fegato; senza dimenticarci di aggiungere che abbiamo avuto nei mesi scorsi il “latte alla diossina” in 18 stalle dell’hinterland di Brescia, nella zona a sud dell’inceneritore, esattamente come il vostro “caso” del latte di bufala alla diossina. Insomma un gemellaggio apparirebbe più che giustificato! Diossina per diossina…
Quindi La preghiamo vivamente e, con il cuore in mano, di dar voce anche a noi, semplici ed oneste associazioni ambientaliste che si battono per un interesse comune e cioè, il diritto alla salute. Restando quindi in attesa di una Suo cortese cenno di riscontro in merito, l’occasione ci è gradita per porgerLe i nostri più cordiali saluti.
Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
Comitato Ambiente Città di Brescia
Cittadini per il Riciclaggio
EnergEtica
Comitato contro la Centrale Turbogas di Lamarmora
Co.Di.SA. - Comitato Difesa Salute e Ambiente di San Polo
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”
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Paolo Marani
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Etichette: Brescia, emergenza rifiuti, napoli, Rosa Russo Iervolino
La visione fideistica della scienza e del progresso ci ha abituati a pensare che ogni problema abbia una soluzione. Ciò è vero quando si tratta di cambiare il frigorifero, lo è meno quando si entra in un ospedale per un malanno, non lo è per nulla quando i problemi da risolvere sono quelli globali della crisi climatica ed energetica. Però, il fatto che questi ultimi non siano immediati, induce a considerarli alla stregua del frigorifero: qualcuno certamente troverà una soluzione, e chi mette sull´avviso che forse non è così scontato, è bollato di catastrofismo.
In realtà da decenni circolano nella comunità scientifica analisi rigorose e credibili che avvertono come i cambiamenti climatici, l´esaurimento del petrolio e di altre risorse naturali, l´aumento della popolazione e delle disparità sociali, siano altrettante bombe innescate pronte a esplodere in rapida sequenza, amplificando i danni. Ma in genere si rimuove tutto rifugiandosi nel classico effetto Cassandra, dimenticando che la sfortunata aveva comunque ragione. E´ questa la sorte toccata pure ad un eccellente esercizio scientifico voluto da un grande manager italiano, Aurelio Peccei, animatore del Club di Roma, che nel 1972 pubblicò il rapporto "I limiti dello sviluppo" in collaborazione con il MIT di Boston.
Ancora oggi si vitupera questo studio come non veritiero. Chi parla, in genere non l´ha nemmeno letto. Oggi è in libreria per gli Oscar Mondadori l'edizione aggiornata "I nuovi limiti dello sviluppo", quello che considero il manuale di istruzioni del pianeta Terra: ad oltre trent´anni di distanza i conti riveduti e corretti portano sempre al collasso della società se non si cambia rotta in tempo. Jared Diamond ha sviluppato il tema su base storica in "Collasso" (Einaudi), mostrando come è piuttosto comune che nel passato alcune civiltà abbiano ignorato i segni di cambiamento e si siano estinte.
Oggi viviamo in un villaggio globale e uno scacco coinvolgerebbe tutti. Sui cambiamenti del clima basta concedere un po´ di attenzione ai rapporti dell´IPCC, che è un´Agenzia delle Nazioni Unite, non un covo di no-global; sulla crisi del petrolio basta guardarsi il film svizzero "A crude awakening" (www.oilcrashmovie.com) o visitare il sito di ASPO, l´associazione per lo studio del picco del petrolio (www.peakoil.net) che ha pure una sezione italiana. E se non
basta, quale fonte più autorevole dell´Unione Europea? La sua agenzia ambientale (Eea), con sede a Copenhagen, ha elaborato il progetto Prelude, scenari per l´Europa del 2030 (www.eea.europa.eu/prelude). Per capire che il collasso non è escluso, bastano alcuni titoli: Big Crisis, Great Escape... Insomma, un problema lo si inizia a risolvere considerandolo. Lo si studia, lo si affronta e ci si prepara psicologicamente.
Io e mia moglie lo stiamo facendo da anni, con soddisfazione economica, profonda motivazione e perfino divertimento. Abbiamo il tetto ricoperto di pannelli solari, abbiamo sostituito un anonimo prato all´inglese con un fiorentissimo orto, abbiamo applicato l´isolamento termico al solaio e installato vetri doppi e stufa a legna, conserviamo l´acqua piovana, evitiamo i centri commerciali e riduciamo i nostri acquisti inutili, facciamo una raccolta differenziata spinta, intessiamo con il vicinato rapporti di cooperazione invece che di competizione, conserviamo saperi antichi amalgamandoli con tecnologie moderne.
La nostra Utopia è già realtà, non serve essere né eremiti né invasati, basta essere realisti, attenti ad un mondo che cambia rapidamente e che domani sarà molto diverso rispetto a quanto vogliono farci credere gli spot pubblicitari. Se non vogliamo che il medioevo di Utopia prenda brutalmente il sopravvento, dobbiamo prima di tutto fare un esercizio psicologico per uscire dal circolo vizioso tipo "la tecnologia ci salverà", provare a mettere in dubbio qualche certezza, e riacquistare il contatto con il mondo fisico e i suoi limiti.
Non viviamo in un videogioco, ma su un pianeta fatto di aria, acqua, rocce, foreste, batteri, petrolio e carbone, il tutto regolato da leggi fisiche ferree. Vinceranno quelle se non sapremo dare una svolta all´uso delle risorse. Il tragico destino di Utopia non si realizzerà solo se noi metteremo in pratica ogni giorno un pezzetto dei suoi addestramenti. Del resto, tra gli scenari di Prelude, c´è pure "Evolved Society", un mondo dove non esisterà più il minaccioso e rombante Suv, ma disporremo tutti di una sobria abitazione a energia rinnovabile e di un computer in rete con il quale condividere conoscenza e promuovere la convivialità.
Non è un´utopia sognare un mondo migliore.
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Paolo Marani
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Etichette: Luca Mercalli, politiche ambientali, sostenibilità
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Paolo Marani
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